Come usare la tecnica del “vuoto di informazione” nelle lezioni online 1:1
Immmaginate di trovarvi in fila per uno spettacolo di Broadway. All’improvviso, una coppia di americani vicina a voi, resasi conto della vostra italianità, vi chiede se a New York avete già provato un ristorante italiano dove valga la pena andare. Panico! Qualunque sia il vostro livello di inglese, dovrete colmare questo “vuoto” di informazione tra voi e loro. Insomma, dovrete usare le vostre conoscenze linguistiche per portare a termine un compito e mantenere aperto il canale della conversazione.
COS’È IL “VUOTO DI INFORMAZIONE” (Information gap)
In glottodidattica, questa tecnica si riferisce ad una situazione in cui gli studenti vengono messi in condizione di non disporre di tutte le informazioni necessarie per completare un compito. L’interazione orale con i compagni è l’unico modo per colmare questo “vuoto” e portare così a termine il compito assegnato. Considerata una nozione essenziale per l’approccio comunicativo, il “vuoto di informazione” presenta numerosi vantaggi a livello di apprendimento linguistico, tra i quali:
- dà agli studenti la possibilità di mettere in pratica la lingua, in un contesto reale, per risolvere un compito in modo efficace;
- nella ricerca delle informazioni mancanti, gli studenti sono chiamati a mettere in gioco anche altre tecniche linguistiche quali la riformulazione e la richiesta di chiarimento di significati.
Insomma, attività di questo tipo preparano i nostri studenti a muoversi in modo efficace in contesti di uso reale della lingua.
I RISCHI DELL’INFORMATION GAP NELLE LEZIONI ONLINE 1:1
Il “vuoto di informazione” funziona molto bene in contesti tradizionali di insegnamento, dove il docente può dividere la classe in gruppi o coppie. Ma cosa succede nelle lezioni online in modalità 1:1?
Ovviamente, le attività basate su questa tecnica soffrono di alcuni vizi di “forma”:
- il docente, in qualità di “partner della conversazione” dell’attività, sarà sempre in una condizione di vantaggio linguistico rispetto al suo studente. Quest’ultimo potrebbe dunque uscirne demotivato nel vedere quanto facile sia per il docente svolgere queste attività.
- Il docente è colui che predispone l’attività, che materialmente la crea o la sceglie da un testo. Dunque, conosce già tutte le risposte. Questo porta ad una situazione artificiosa in cui lo studente potrebbe perdere la motivazione a svolgere l’attività in quanto non ne percepisce l’utilità: perché dovrei sforzarmi di darti una risposta che conosci già?
COME ADATTARE L’ INFORMATION GAP ALLE LEZIONI ONLINE 1:1
Le attività basate sul vuoto di informazione necessitano dunque di essere riadattate alla nuova modalità di insegnamento. Ma come? Ecco qualche principio guida che ho sperimentato con successo e che voglio condividere con voi:
- Visto il vostro (inevitabile!) ruolo di “partner delle conversazione”, fatevi da parte come docenti e mettetevi in gioco come persona. Progettate attività che favoriscano il vuoto di informazione naturale tra due persone che non si conoscono o che si conoscono poco. Portate nelle attività il vostro vissuto, prima di tutto come individui. Giocate sulla curiosità del vostro studente, motivatelo a conoscere qualcosa in più di voi.
- Capovolgete i ruoli. Non proponete voi il materiale su cui costruire l’attività, lasciate piuttosto che sia lo studente a sceglierlo.
- Se proprio volete provare qualcosa di differente e il vostro studente è d’accordo a sperimentare, entrate a gamba tesa nella lezione come parlanti di una lingua altra rispetto all’italiano. Proponete attività in cui il vostro studente vi “sfidi” in inglese, spagnolo o in qualsiasi altra lingua in comune con lui. Questo tandem linguistico vi consentirà di riportare l’ago della bilancia in equilibrio rispetto alle competenze linguistiche del vostro studente.
Se questi consigli vi intrigano e volete capire meglio come fare, date un’occhiata qua.
Buone lezioni a tutti/e voi!