Microlearning: un esempio di lezione breve
Avete mai sentito parlare di ‘microlearning‘?
È possibile pensare all’apprendimento come ad un sacchetto di noccioline da sgranocchiare?😉
Buona parte delle mie lezioni online individuali sono di 30 minuti.
Per questo, ho deciso di condividervi un esempio di attività sperimentata con successo qualche settimana fa.
Piccola precisazione: questa idea si presta benissimo ad essere usata anche in lezioni in presenza. 👌😉
Ma, prima di andare avanti, vediamo alcuni concetti chiave.
Cos’è il ‘microlearning‘
Con questo termine s’intende un approccio all’apprendimento basato sulle competenze, che offre informazioni in piccole sezioni altamente concentrate.
Generalmente ci si riferisce a contenuti on demand da fruire in modo autonomo e in qualsiasi momento.
Ma questo concetto può essere ‘strecciato’ un po’ ed applicato anche alle lezioni online sincrone, intendendo sessioni di breve durata, di 25/30 minuti.
Spesso, nei miei percorsi di mentoring, aiuto i docenti ad affrontare questo tipo di lezioni: sono infatti preoccupati dai tempi stretti che, in prima battuta, sembrano non consentire uno svolgimento adeguato dei contenuti dei loro corsi.
Queste perplessità sono sicuramente fondate se rimaniamo ancorati al concetto di unità didattica e alla modalità di apprendimento diluita nel tempo, così come proposta sovente anche dai manuali in commercio.
Se invece cambiamo il concetto di pianificazione di una lezione, da un modello basato sulla unità didattica tradizionale a singoli moduli di apprendimento, questa tipologia di lezioni comincerà forse a preoccuparci meno.😎
Caratteristiche del ‘microlearning’
Il microlearning si basa sul concetto di modulo. Ogni modulo fornisce una risposta incentrata su un singolo problema o una singola domanda, in un tempo limitato.
Molti docenti credono che fare microapprendimento significhi prendere un corso e tagliarlo in sezioni più piccole, da proporre in più lezioni.
Nel nostro contesto di insegnanti di lingua, questo significa selezionare dalle unità didattiche le attività che volta in volta andremo a proporre, in modo progressivo, lezione dopo lezione, fino a coprire tutto il programma. Di fatto questo è ciò che tutti noi docenti siamo abituati a fare nel nostro operato didattico quotidiano, no?
In realtà, fare microlearning significa frazionare i contenuti: le informazioni che voglio trasmettere vengono organizzate in cosiddette ‘noccioline di apprendimento‘ più piccole e facili da capire (vi ricordate il famoso sacchetto da sgranocchiare?).😉
Come tutti i percorsi di apprendimento modulari, i contenuti frazionati possono essere abbinati al resto dei contenuti formativi per creare così un corso completo.
Si tratta dunque di una strategia dove unità di apprendimento autonome lavorano per un unico scopo e fanno parte del quadro di apprendimento d’insieme.
Ma non mi dilungo oltre. Se desiderate approfondire il tema, vi suggerisco questo articolo molto interessante.
Genesi dell’attività
Abbiamo detto che il microlearning punta a dare risposte e soluzioni ad un problema ben preciso.
Nel caso di lezioni di lingua, questo problema può essere o grammaticale e/o lessicale.
Qua sotto ci sono io con Anna, una studentessa adulta americana (ma residente in Ticino, Svizzera), livello A1+.
Tempo fa, alla fine di una lezione, mi ha chiesto di lavorare specificamente sul vocabolario del teatro e della danza per affrontare il saggio di una disciplina di ballo che avrebbe avuto nel fine settimana.
In questo caso dunque il problema era afferente al lessico.
Struttura della microlezione
Ecco come ho proceduto.
- Le ho assegnato come compito per casa un’attività di studio autonomo del vocabolario di base del teatro, mandandole via mail questa risorsa online , perfetta per studenti anglofoni o che usano l’inglese come lingua veicolare (le attività che le ho mandato sono le prime tre, Vocabolario 1, 2 e 3, che vedete sulla sinistra).
- Prima della fine della lezione, le ho anticipato che nella lezione seguente avremmo fatto una ‘maratona lessicale‘ sul vocabolario appreso in autonomia, ovvero un’attività di ripasso a tempo.
- Per la lezione successiva ho preparato un quiz che potete scaricare qua qualora decidiate di provare questa attività.😎
- Durante la sessione, le ho spiegato la ‘maratona’: rispondere in modo orale alle domande, secondo tempistiche di risposta decrescenti, ovvero sempre più velocemente. Ecco qua l’audio con una parte dello svolgimento dell’attività:🎶
Criticità e riflessioni finali
Il giorno della lezione, Anna mi ha confessato di non aver avuto il tempo di lavorare autonomamente sul vocabolario. Aiuto!🤔 Ho dovuto iniziare la lezione con l’attività che era per casa.
Lo svolgimento però non è risultato compromesso: nei 30 minuti infatti sono riuscita a farla lavorare sul vocabolario e a svolgere la maratona lessicale.
Da qui sono scaturite alcune riflessioni che vi condivido:
- perché una lezione breve funzioni, sarebbe opportuno assegnare attività propedeutiche, di preparazione, per casa. Ma, come ben sappiamo, spesso gli studenti non hanno il tempo fisico per farle ed arrivano a lezione impreparati. Se in una lezione canonica di un’ora abbiamo tutto il tempo per recuperare, nelle sessioni da 25/30 minuti questa mancanza può compromettere del tutto il loro svolgimento. Vi consiglio dunque di assegnare per casa attività relativamente brevi, tali da essere svolte anche durante il tempo della lezione, senza alterarne la progettazione. Ricordate: la sessione deve essere come una nocciolina che lo studente sbuccia e mangia in un lasso di tempo molto breve!
- Le lezioni corte a mio parere funzionano bene solo se impostate in modo dinamico. Proporre quiz a tempo come in questo caso consente di portare al massimo l’attenzione e la concentrazione degli studenti, senza perdersi in inutili tempi morti.
Ora tocca a voi!
E voi, come impostate le vostre lezioni da 30 minuti?
Lasciatemi le vostre esperienze qua nei commenti e, se vi va, provate ad indovinare: che cosa ha ballato Anna nel suo saggio finale?😉